Memo 2 – Rifiuti nocivi come concimi nei campi, una “terra dei fuochi” nel comprensorio

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 6, 2021 08:36

Memo 2 – Rifiuti nocivi come concimi nei campi, una “terra dei fuochi” nel comprensorio

Si tratta dell’ultima operazione condotta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze sul nostro territorio, conclusasi il 9 giugno 2020 e denominata “Blu Mais”.

L’indagine, avviata fin dal 2016, ha portato all’arresto di 4 persone, di cui 3 amministratori del consorzio SGS – oggi Hydro – (azienda di Santa Croce sull’Arno leader nella produzione di proteine animali idrolizzate attraverso il trattamento di circa 200 tonnellate al giorno di sottoprodotti della lavorazione delle pelli) e di un imprenditore agricolo di Montopoli in Val d’Arno.

Per altri due indagati, un agronomo e il titolare di un’azienda agricola, sono scattate le interdizioni all’esercizio delle rispettive professioni.
Il GIP ha anche disposto il sequestro preventivo di tre milioni di euro nei confronti del Consorzio e di 300.000 euro agli imprenditori agricoli coinvolti.

Gli inquirenti hanno accertato che questi signori smaltivano i rifiuti speciali provenienti dalle concerie facendoli figurare come fertilizzanti.  In pratica, come si legge nella relazione, attraverso “una pluralità di atti falsi, costituiti da certificati di analisi e documenti di trasporto, facevano passare per fertilizzanti o ammendanti quelli che invece erano rifiuti contenenti sostanze pericolose o nocive, non compatibili con un reimpiego in agricoltura”.

Attraverso questa pratica criminale, a partire dal 2016, sarebbero state disperse 24.000 tonnellate di rifiuti speciali su oltre 150 ettari di terreni agricoli del Valdarno Inferiore e della Valdelsa coltivati a granoturco e girasoli. (un episodio analogo si era già verificato nella stessa zona pochi anni prima con la contaminazione di 800 ettari di terreno).

Utilizzando documenti di trasporto e certificati analitici falsificati, i liquami venivano trasportati e dispersi su terreni di agricoltori compiacenti che, in cambio di vendite fittizie, ricevevano un compenso stabilito sulla base della quantità di prodotto “acquistato”.

Dalle analisi effettuate, i terreni coinvolti presentano un’altissima concentrazione di cromo esavalente e idrocarburi.  La normale quantità di questi materiali nel terreno è di 55 milligrammi per chilo; nei terreni incriminati si arrivava a cifre tra 300 e 970, ovvero da sei a venti volte in più del consentito.

Non si sa ancora se, quando e come saranno bonificati i terreni, intervento che richiederà comunque anni con costi enormi.

A parte la gravità di un crimine particolarmete odioso che colpisce indistintamente la salute di tutti i cittadini, la vicenda solleva nuovamente una questione che non può più essere rimandata: come testimonia lultimo rapporto ISPRA, la regione Toscana non ha abbastanza impianti per gestire i 10 milioni di tonnellate di rifiuti speciali che ogni anno produce.

La questione riguarda in modo particolare il Valdarno Inferiore che non è dotato di impianti sufficienti per gestire i rifiuti prodotti dalle concerie, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità.

Fino a che lo smaltimento dei rifiuti prodotti non sarà considerato come la chiusura del ciclo produttivo, i costi continueranno a ricadere sui cittadini, sia in termini economici che di sicurezza e salute.

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 6, 2021 08:36

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