Memo 1 – “Cricca della logistica”: la mafia siciliana a Montopoli

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 6, 2021 08:35

Memo 1 – “Cricca della logistica”: la mafia siciliana a Montopoli

Iniziamo questa ricerca sui principali episodi accaduti nel recente passato e riconducibili alle infiltrazioni mafiose sul nostro territorio, con la vicenda scoppiata nel  2010 nel grande magazzino di distribuzione della CONAD di Montopoli in Val d’Arno.

Ma andiamo con ordine:

Struttura

La vicenda riguarda il polo logistico più grande del Centro Italia.  Si tratta di un magazzino di grandi dimensioni di circa 50.000 mq, diviso in due parti: “freddo” e “generi vari”, dal quale partono ogni giorno le merci per i supermercati e negozi Conad della Toscana, del Lazio e della Sardegna.

La Conad gestisce il magazzino con il personale fornito da alcune cooperative di servizi (dalle 350 alle 400 persone).  All’epoca il settore “generi vari” era stato assegnato a cooperative facenti capo al consorzio milanese Almagroup, tra le quali l’Axa e la Daily Transfert.

Primi sospetti

Che qualcosa non tornava apparve subito chiaro con l’ingresso della Daily.  I lavoratori denunciarono al sindacato uno strano via vai di lavoratori, per lo più di origine pakistana.

Questi lavoratori venivano portati da Milano, alloggiati in appartamenti presi in affitto dalla cooperativa nelle frazioni di Capanne e San Romano e fatti lavorare per circa 20 giorni.  Poi sparivano nel nulla e venivano sostituiti con altri connazionali.

Non fu facile per i delegati sindacali mettere a fuoco cosa stesse accadendo, anche perché questi lavoratori non parlavano una sola parola di italiano e il loro brevissimo soggiorno impediva l’instaurarsi di relazioni interpersonali.  Fuori dal magazzino erano addirittura inavvicinabili (venivano  accompagnati al lavoro in auto e riportati a casa a fine turno).

Quando qualcuno riuscì a farsi lasciare le loro buste paga, apparve subito chiara la gravità della situazione: molte infatti, tolte le quote sociali e le spese per l’affitto, risultavano addirittura in negativo, ovvero erano i lavoratori a dover dare qualcosa ai loro datori di lavoro.

La denuncia della CGIL

Il 30 Giugno 2010 la CGIL convoca una conferenza stampa e denuncia la situazione di grave irregolarità nella gestione del personale da parte delle cooperative facenti capo ad Almagroup, fino ad ipotizzare la riduzione in schiavitù di esseri umani e un colossale giro di riciclaggio di denaro sporco.

Anche la Direzione Provinciale del Lavoro confermò che il consorzio Amagroup era già stato oggetto di indagini, una delle quali si era conclusa con una serie di sanzioni per un importo totale di circa 500.000 euro e una seconda che aveva accertato l’impiego di immigrati privi del permesso di soggiorno.

La mafia siciliana a Montopoli

Almagroup era un grande consorzio di cooperative che offriva servizi di logistica integrata, traslochi e distribuzione, manipolazioni, noleggi, ristrutturazioni e manutenzioni, consulenza e gestione, con sede a Milano, molto attiva nel Nord d’Italia.

L’amministratore generale era Natale Sartori, messinese, già condannato a 4 anni e 9 mesi per corruzione continuata, il cui nome compare nei processi di mafia più importanti, da quello di Vittorio Mangano (lo “stalliere” di Arcore, morto in carcere nel 2000 dove stava scontando l’ergastolo per duplice omicidio) a quello contro Dell’Utri.  Sartori è stato arrestato nel 2014 con l’accusa di “Associazione a delinquere, false dichiarazioni di redditi per 31 milioni ed emissione di false fatture per 92 milioni

Socie in affari nelle cooperative di Almagroup erano Cinzia Mangano (condannata in via definitiva a 6 anni e 4 mesi di carcere nel 2015)   e Loredana Mangano, entrambe figlie di Vittorio Mangano.  Quest’ultima era subentrata a suo marito Enrico Di Grusa dopo il suo arresto per mafia e traffico di droga.  Suo cognato Alessandro Di Grusa era in carcere per aver coperto a Milano la latitanza di Giovanni Nicchi, uno dei più pericolosi boss della mafia siciliana.

Almagroup affidò l’incarico di rispondere sulla stampa locale alle accuse della CGIL e del Sindaco all’avvocato Francesco Marasà (morto nel 2017), già difensore dei principali esponenti di mafia tra cui Bernardo Provenzano.

Conclusioni della vicenda

L’8 Luglio 2010, l’allora sindaca del Comune di Montopoli Alessandra Vivaldi, che da subito aveva assunto una posizione ferma e chiara sulla vicenda, convocò i vertici di Conad e di CGIL in Municipio per fare il punto della situazione.

Nel corso della riunione Conad annunciò lo scioglimento di ogni rapporto con Almagroup e l’inizio delle procedure per l’individuazione di un nuovo gestore.

Fu anche stipulato un accordo di salvaguardia che garantiva la riassunzione di tutti i dipendenti con paghe sindacali e, grazie all’impegno del sindacato, fu offerta la possibilità ai lavoratori privi di permesso di soggiorno di regolarizzarsi e mantenere il posto di lavoro attraverso un programma di protezione per i collaboratori di giustizia previsto dalla legge Turco-Napolitano allora in vigore (primo caso in Italia  per una vicenda di questo tipo).

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 6, 2021 08:35

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