Memo 3 – Mala del Brenta: il tesoro del boss Maniero nel Valdarno Inferiore

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 25, 2021 09:16

Memo 3 – Mala del Brenta: il tesoro del boss Maniero nel Valdarno Inferiore

Il 17 Gennaio 2017 viene arrestato Riccardo Di Cicco, noto dentista di Fucecchio, accusato di aver riciclato sul territorio, parte del denaro del suo ex-cognato, il boss della “mala del BrentaFelice Maniero, noto come “faccia d’angelo”, che terrorizzò il Veneto e il Nord Italia tra la fine degli anni ‘80 e il 1994.

Maniero, attraverso un vero e proprio esercito di oltre 400 malavitosi organizzati in piccole bande,  pianificò alcune delle rapine più eclatanti mai compiute in Italia: svaligiamento dell’Hotel Des Bains al Lido di Venezia durante la Mostra del Cinema, furto di 170 chili d’oro dall’aeroporto Marco Polo e di 2 miliardi di lire dal Casinò di Venezia, rapina ad un treno portavalori nel corso della quale fu uccisa una ragazza e furono feriti altri passeggeri che viaggiavano sul treno che transitava di fianco.

Per oltre 15 anni il controllo delle bische e lo strozzinaggio degli avventori del Casinò di Venezia (con tanto di pestaggi) ha garantito alla banda una media di 56 milioni di lire al mese.

E ancora rapine, furti, sequestri di persona, estorsioni, traffico di armi, gioco d’azzardo e infine, dal 1980, il traffico internazionale di droga in collaborazione con la mafia siciliana, grazie al quale la banda si arricchì a dismisura.

Secondo Silvano Maritan, un suo luogotenente condannato a 33 anni di carcere, Maniero riuscì ad accumulare 360 miliardi di lire, equivalenti ad oltre 180 milioni di euro.

Nel 1994, dopo essere evaso da due penitenziari di massima sicurezza, si fece catturare a Torino per collaborare con gli investigatori.  Con la sua confessione smantellò tutta la banda, facendo arrestare e condannare quasi 400 persone. Indicò anche il luogo di sepoltura di una ventina di persone ammazzate, per lo più affiliati alla banda.

Riccardo Di Cicco

In cambio, nonostante tutte le condanne subite e 7 omicidi accertati sulle spalle, da allora vive in regime di libertà vigilata, protetto sotto false identità e con un tesoro nascosto da qualche parte.

Nel 2017 la procura di Venezia ha accertato che una cospicua parte di quel patrimonio illecito (corrispondente a circa 33 milioni di euro) era stato affidato per il riciclaggio alla gestione del fucecchiese Riccardo Di Cicco, ex cognato di Maniero.   È stato lui stesso a denunciarlo per vendetta, dopo che il dentista, che nel frattempo si è separato dalla sorella e vive con una nuova compagna, ha interrotto la restituzione a rate pattuita per tenersi tutto.

Da qui l’arresto del Di Cicco, con il sequestro prima e la confisca definitiva poi, dei beni acquisiti con i soldi del boss.  Insieme a lui è stato arrestato un altro fucecchiese, il broker Michele Boldrini, accusato di essere l’uomo che ha occultato parte dei soldi in Svizzera sottoforma di investimenti finanziari.

A Di Cicco sono stati sequestrati beni per circa 17 milioni di euro, tra cui:

  • diversi conti cifrati in Svizzera (su uno di questi denominato “Monastero” nel 2003 furono depositati 4,3 milioni di euro);
  • un cavallo di razza;
  • “Villa Paradiso”, allestita con pietre di pregio e lampadari di Murano, situata a Santa Croce sull’Arno, con tanto di scuderia, campi, frutteti e un bosco;
  • un villino a Fucecchio, dove risiedeva il De Cicco;
  • una villa a Pietrasanta in Versilia;
  • 27 autovetture di lusso, tra cui otto Mercedes, una Bentley GT Cabrio, due Porsche Cayenne e una Porsche Carrera 911, due BMW e altre vetture;
  • decine di orologi, gioielli e altri oggetti di valore.

La parziale documentazione fotografica qui a fianco evidenzia da sola il il valore economico dei beni sequestrati.   Ma c’è un valore aggiunto ben superiore rappresentato dalla loro restituzione alla comunità,  perchè dimostra che le mafie e la criminalità organizzata si posson sconfiggere.

Il 23 marzo è arrivata l’attesa notizia della confisca definitiva dei beni immobili di cui uno ubicato nel territorio di Santa Croce sull’Arno e uno in quello di Fucecchio (*) Pietrasanta.  Le Amministrazioni interessate avviino subito l’iter burocratico  e amministrativo per entrarne in possesso e, in attesa dell’assegnazione, trasformino la riflessione sul loro futuro utilizzo in un’occasione di promozione della cultura della legalità.

(*) Errata Corrige: Per un mero errore materiale, quale secondo immobile confiscato era stato indicato un villino nel Comune di Fucecchio.  L’immobile oggetto del provvedimento è invece ubicato nel Comune di Pietrasanta.

Soldi Mozzi
Di Soldi Mozzi Marzo 25, 2021 09:16

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